Studio Guido Moretti

ESISTE UN NOME ANTICO

 

Guido Moretti (Duccio Bolognese)

ESISTE UN NOME ANTICO
Edizioni Tipoarte Bologna 1997
Pagine: 64
N. illustrazioni: 25
Formato: 180x220



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Litania per un ritorno

Mia alba mio cielo mia amica mio viaggio
Mio raggio mio volo mio tempo mia mente
Gioia innocente

Mio Eden mio bene mia voce mio canto
Mio pianto mio gioco mio fuoco mio riso
Carezza sul viso

Mia valle mia stella mio sogno mio monte
Mia fonte mio giunco mio cigno mia felce
Il bacio più dolce

Mia donna mio inno mio tempio mia veglia
Mia voglia mia alcova mia forza mia arte
Stringimi forte

Mia sera mia nebbia mia spina mia croce
Mia luce mia ora mio miele miei giorni
Quando ritorni?




Sempre

So una tenera storia
Scritta senza parole
Su due viole di bosco
Da sempre ti conosco

Esiste un nome antico
Radioso come l’aria
Dopo una nevicata
Da sempre ti ho chiamata

Dicon di una regina
Dallo sguardo solare
Severa e appassionata
Da sempre ti ho sognata

Penso ad una fanciulla
Dalla pelle di luna
Candida come un giglio
Da sempre io ti voglio

Io canto a una vestale
Silenziosa e muta
Ogni giorno perduta
Da sempre io ti ho pianto

In quest’ora fatata
Un uomo ed un bambino
Sorridono al destino
Di averti sempre amata



Pavana

E’ qui che muoiono i nostri sogni
Tra questi muri senza vento
Tra questi fogli dai mille segni
Non è più il tempo

Non è tempo di parole
Noi non sappiamo le parole
E sono stanche queste mani
Quando è domani?

All’orizzonte non amore
Ma questa luce di fine giorno,
Tra questi spenti muri intorno
Qualcosa muore










In viaggio

Giorni di cupo fuoco
Dopo giorni di gioco
Parole come pietre
O petali di rosa
Quando sarai mia sposa?

Amore che consuma
Amore che consola
Amore così folle
Che è il solo amore saggio
Oggi riprende il viaggio

Che ci porta lontano
A quella grande casa
Dai massicci portali
Sui pascoli di vento
Che abitiamo da tanto

Nel nostro mondo nuovo
Tenero e misterioso
Popolato di dei.
Le reliquie dell’Eden
Domani siamo noi



Donna del lago

E’ l’azzurro del lago
Che cattura ogni fiume
Con segreto sussurro:

Nella tua acqua lucente
Verde chiara e profonda
La mia onda si perde

E il tuo specchio trasforma
La mia corsa irruente
In limpida acqua ferma.

Bruciando le mie ali
Io bevo il tuo mistero
Amaro e delicato

In tutti i miei risvegli,
Quando sorvegli il fuoco
Che non diventi incendio

Quando spegni il mio rogo
Per custodire un sogno,
Dolce donna del lago




Lontani

Porto con me il ricordo
Del tuo tenero abbraccio
Casto come una fonte
D’acqua battesimale
Forte come un accordo
In una cattedrale
Dolce come il ritorno
Al termine di un viaggio

Conservo la promessa
Del tuo cuore che aspetta
Timida come un raggio
In un cielo coperto
Tenue come un miraggio
All’alba di un deserto
Fresca come una brezza
Alla vista del porto

Rimpiango una carezza
Sul tuo corpo solare
Sontuoso come un regno
Non ancora esplorato
Saldo come un legno
Di cedro levigato
Caldo come nel sogno
Di quel bacio mai dato




Le tue ore

Il sole che sorride
E accende il mio giardino
Con gemme di rugiada
Ti trovo nel mattino

Odorano d’estate
Il mirto e l’oleandro
Il ginepro e il viburno
Insieme un nuovo giorno

Dalla macchia salmastra
Sale come una vampa
L’eco delle cicale
Ti vedo nel mio sole

L’ombra del pergolato
Cercando un tuo messaggio
Perduto e mai trovato
Ti aspetto nel meriggio

Coronato di perle
Muore il sole nell’oro
Tra due quinte di monti
Ti cerco nei tramonti

E con l’ultima luce
La soave atmosfera
Dei profumi e dei voli
Ti perdo nella sera

Tra geometrie di stelle
Silenziosa la notte
Stende l’immenso velo
Ti piango nel mio cielo

E’ l’ora dei ricordi
E della nostalgia
Del sogno che mi illude
Dimmi che tu sei mia

Sogno che ti consola
Sogno che mi consuma
Sogno che noi viviamo
Da sempre io ti amo



Labirinto

C’è un posto
nascosto
in fondo al tuo cuore
dove spira
gelida e silenziosa
l’aria del labirinto
Ogni volta
io lì mi ritrovo
perduto e vinto
e ogni volta
io sento
che tra noi
qualcosa
muore
Sarò pronto
domani
a cercarti di nuovo?
Sarà un altro
atto di resa
e di fede
E sarà
meno amore
Perché si è chiusa
per noi
la stagione più bella
quella
dell’illusione




Soli

Per cento e cento giorni
Ho lottato col vento
E gridato al silenzio;
Ho teso le mie mani
E atteso le risposte
Sognando che ritorni
Colei che non esiste

E rivedrò domani
Come un bimbo selvaggio
Che calpesta i miei fiori
E cancella i colori
Del nostro breve viaggio

Fedele ma distante
Non la ritrovo accanto
Se sceglie la via buia
Che conduce ai giardini
Silenziosi e spettrali
Seminati di noia
E allentati di pianto

Tramonto senza voli
Dove non c’è parola
Che provenga dal cuore
Ma un nodo nella gola.
E noi siamo più soli




Dall’Eden per ricordo

Stremato dal silenzio
Un amore si è spento

La gente lo ha trovato
Esile e senza vita
Accanto a una sorgente
Dalla vena esaurita.
Stringeva al petto
Una reliquia muta
Con due viole di bosco

Sopra era scritto:
“Dall’Eden, per ricordo”











Per non farci più male

Un sorriso d’autunno
Ha reciso la nebbia
Che confonde i miei luoghi
Tra silenzi e castighi
Come un fumo di rabbia

D’improvviso trasforma
Ogni spina tagliente
Che ha ferito il mio cuore
In un nuovo lucente
Germoglio d’amore

Vicina ti voglio
Ancora e per sempre
Perché siamo due immense
Miniere preziose
Non lasciamole chiuse

Ma affondiamo le mani
Nell’oro e domani
Abbracciamoci ancora
E per tutto il futuro
Per non farci più male



Dimmi perché

Ho aperto
Le porte del sogno
Ad un amore eterno
Che ogni giorno
Conosca il momento
Dei teneri baci
E non si smarrisca
Tra fugaci parole
Disperse dal vento,
Che ogni giorno
Componga una nuova
Canzone, soave
Come un florilegio,
Che sia come un rifugio
Su una limpida riva.
Tu lo visiti a stento
E poi subito fuggi
Ma distruggi l’incanto.
Dimmi perché tu non vuoi
Con un piccolo segno
D’amore, ogni giorno
Trasformare le spente
Consuete parole
Nel canto più ardente?